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23 Novembre 2022

Incentivi Industria 4.0: tutto quello che c’è da sapere

L’industria 4.0 è da molti anni al centro della trasformazione economica in Italia e nel mondo. Nel nostro Paese è stato varato nel 2016 un apposito Piano di Governo, successivamente evoluto e rivisto: dal Piano Industria 4.0 al Piano Imprese 4.0 al Piano Nazionale di Transizione 4.0. Durante la pandemia di Covid19, l’Industria 4.0 e le relative tecnologie si sono rivelate fondamentali per gestire la crisi. Nel febbraio 2021 il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha espresso la necessità di “ampliare e rendere il programma Trasformazione Nazionale 4.0 di facile fruizione per accompagnare le imprese su innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale”. Ma cos’è esattamente l’Industria 4.0?

Cos’è l’industria 4.0: il significato

Con il termine Industria 4.0 si indica il trend dell’automazione industriale, che integra alcune nuove tecnologie di produzione per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la produttività e la qualità della produzione degli stabilimenti.

Industria 4.0 prende il nome dal piano industriale messo in atto dal governo tedesco a fine 2013, che prevedeva investimenti in infrastrutture, scuole, sistemi energetici, istituti di ricerca e imprese per modernizzare il sistema produttivo tedesco e riportare la manifattura tedesca al suo apice.

Il suffisso 4.0, infatti, corrisponde a uno stadio evolutivo estremamente preciso. Dall’introduzione del motore a vapore alla crescente popolarità dell’automazione, dall’informatizzazione alla digitalizzazione, il passaggio alla Quarta Rivoluzione Industriale ha portato le aziende in una nuova dimensione chiamata Twin Peaks, in quanto costituita da un ecosistema di risorse fisiche e virtuali.

Dopo una serie di ripetute dichiarazioni, il 21 settembre 2016 l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi e poi il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda hanno presentato l’atteso Piano di Governo Industria 4.0 contenuto nella Legge di Bilancio 2017, che ha ricevuto l’approvazione definitiva del Senato il 7 dicembre 2016. Il piano prevedeva di mobilitare 10 miliardi di euro di investimenti privati ​​aggiuntivi nel 2017, 11,3 miliardi di euro di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione, con particolare attenzione alle tecnologie Industria 4.0, e 26 miliardi di euro per investimenti privati ​​in fase iniziale. Il provvedimento proponeva incentivi fiscali, sostegno al capitale di rischio, accesso universale alla banda ultra-larga, formazione scuola-università, tutto questo con l’obiettivo ultimo di incoraggiare e incentivare le imprese ad adattarsi pienamente e persistere nella Quarta Rivoluzione Industriale.

Quali sono le agevolazioni per il triennio 2023-25?

  • Credito di imposta del 20% per la quota di investimento fino a 2,5 milioni di euro
  • Credito di imposta del 10% per la quota di investimento oltre i 2,5 milioni di euro e fino ai 10 milioni di euro
  • Credito di imposta del 5% per la quota di investimento oltre i 10 milioni di euro e fino ai 20 milioni di euro
  • Nessuna agevolazione per investimenti oltre i 20 milioni di euro

Il credito d’imposta spettante è utilizzabile esclusivamente in compensazione in 3 quote annuali di pari importo a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione.

Investimenti effettuati dal 01/01/2023 al 31/12/2025 ovvero entro il 30/06/2026 se ordine accettato e acconto del 20% entro il 31/12/2025.

Quali investimenti sono ammissibili?

Sono ammissibili le seguenti categorie di intervento:

  • beni strumentali controllati da sistemi informatici o gestiti da opportuni sensori;
  • Sistemi di garanzia della qualità e della sostenibilità (es. sistemi di misurazione, sistemi di monitoraggio, sistemi di ispezione;
  • Dispositivi per l’interazione uomo-computer e una migliore ergonomia e sicurezza (es. postazioni di lavoro adattive, sistemi di elaborazione ausiliari, dispositivi indossabili, interfacce uomo-macchina intelligenti).

Quali sono gli adempimenti necessari per le aziende?

Le fatture e gli altri documenti relativi all’acquisizione di beni sovvenzionati devono contenere chiari riferimenti a tali disposizioni. Se, entro il 31 dicembre del secondo anno dell’anno di investimento, il bene sovvenzionato è ceduto a titolo oneroso o utilizzato in un impianto produttivo sito all’estero, anche dal medesimo soggetto, il credito d’imposta sarà corrispondentemente ridotto a detrazione delle relative spese la base di calcolo originaria.

Per i beni di prezzo superiore a 300.000 euro è richiesta una perizia tecnica giurata o certificato di conformità, comprovante che i beni presentino caratteristiche tecniche, quali ad esempio l’iscrizione al citato n. 232 del 2016, interconnessione con il sistema di gestione della produzione aziendale o rete di alimentazione.

Per beni con un unico costo di acquisto fino a 300 euro, la responsabilità documentale può essere assolta con dichiarazione del legale rappresentante.

Quali sono le nuove aliquote del credito di imposta 2022 per i software?

Per incoraggiare nuovi investimenti privati ​​in tecnologia, la Legge di Bilancio 2022 prevede aliquote di credito d’imposta per gli investimenti in beni immateriali.

  • Infatti, dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2023 (ovvero fino al 30 giugno 2024, a condizione che entro il 31 dicembre 2023 il relativo ordine venga accettato dal venditore e l’anticipo sia almeno pari al 20% dell’acquisto costo), varrà un credito d’imposta del 20% del valore del bene immateriale per gli investimenti fino a 1.000.000 euro per anno.

Come usufruire del credito di imposta? 

I crediti d’imposta sono utilizzati come compensazione per F24 utilizzando i 6 nuovi codici fiscali stabiliti dalla Delibera AdE. Il Decreto n. 3/E del 2021 utilizza come compenso la Legge di Bilancio 2020 e i bonus previsti dalle Leggi di Bilancio 2021 e 2022.

Il contributo sarà fruito in eguale misura ogni anno per 3 anni (5 anni nel 2020) a partire dall’anno di interconnessione degli asset.

Quali sono i beni strumentali che rientrano nel credito di imposta?

I crediti d’imposta si applicano ai seguenti tipi di beni nuovi (acquistati anche in leasing) che aiutano l’attività commerciale:

  • Beni materiali (macchine, attrezzature, ecc.) elencati nell’Allegato A della legge;
  • I beni immateriali (licenze, software, sistemi) elencati nell’Allegato B della legge sono essenziali per far funzionare i beni materiali nell’Allegato A.

L’allegato A (Attività materiali) elenca 3 tipi di beni:

  • A1: beni strumentali con funzionamento controllato da sistemi computerizzati e/o gestiti tramite opportuni sensori e azionamenti (ad esempio macchine per la produzione, imballaggio, lavorazione, macchine utensili, ecc.);
  • A2: sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità (ad esempio sistemi di sensori, sistemi per la tracciabilità dei prodotti, ecc.);
  • A3: dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0 (ad esempio sistemi di sicurezza per prevenire infortuni, diminuire errori ed aumentare l’efficienza).

L’allegato B (Immobilizzazioni immateriali) è invece previsto come beni ammortizzabili per programmi e applicazioni (quali software, sistemi e system integration, piattaforme, software gestionali e applicazioni) acquistati da aziende che hanno investito in beni materiali nella logica dell’Industria 4.0.

Nell’originale Allegato B, la Legge di Bilancio 2018 ha inserito i seguenti beni:

  • sistemi di gestione della supply chain finalizzata al drop shipping nell’e-commerce;
  • software e servizi digitali per la fruizione immersiva, interattiva e partecipativa, ricostruzioni 3D, realtà aumentata;
  • software, piattaforme e applicazioni per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio.

Come richiedere il credito di imposta? 

Rispetto alle norme 2017/2018, ci sono nuove esecuzioni a partire dal 2020.

Le imprese che si avvalgono di tali misure devono informare il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) tramite l’apposito modello di comunicazione (scaricabile a questo link). Le modalità, i contenuti e i termini delle comunicazioni relative a ciascun periodo d’imposta ammissibile sono determinati da specifiche indicazioni del Dipartimento dello Sviluppo Economico.

L’azienda godrà poi del sussidio come credito d’imposta disponibile, solo a titolo di compensazione per il modello F24, in 3 rate annuali (5 nel 2020) a partire dall’anno in cui il bene è interconnesso.

InformEtica può aiutarti

InformEtica Consulting in questi anni ha seguito i suoi clienti nell’investimento degli incentivi statali, costruendo un’analisi e un progetto IT che potesse interconnettere i sistemi aziendali.

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